Come funziona la VAR?

Nel mondo del calcio, uno degli strumenti che risulta essere più innovativi e importanti per determinare l’esito di un incontro o di una manifestazione sportiva è il Var, sigla che indica i cosiddetti Video Assistant Referee. Si tratta di strumenti informatici che permettono di aiutare i direttori di gara, nella fattispecie di alcune situazioni di gioco nello specifico che potrebbero essere degne di un’analisi ulteriore su base informatica. Si tratta di un metodo di arbitraggio piuttosto rivoluzionario nel mondo del calcio, nonché recente, mentre in altri sport, anche se nella forma più sintetica di challenge e occhi di falco, esistono in diverse modalità e da più tempo. Ecco tutto ciò che c’è da sapere circa l’utilizzo della Var e, soprattutto, riguardo al funzionamento della stessa.

Come funziona la Var e a che cosa serve?

Al fine di comprendere come funzioni la Var, è importante sottolineare in quali ambiti venga utilizzata, e soprattutto quali sono le specifiche funzioni che questa stessa può soddisfare. Secondo il regolamento che viene utilizzato comunemente per l’utilizzo dello strumento informatico e tecnologico, la Var può essere utilizzata nell’ambito dell‘assegnazione di un gol, dell’assegnazione di un calcio di rigore, dell’eventuale espulsione diretta di un giocatore, mentre non può essere utilizzata nel caso in cui la decisione sia relativa a somma di ammonizioni, per errore di identità, nel momento in cui un arbitro può ammonire o espellere un determinato calciatore scambiandolo per un altro.

A questo punto, gli specifici regolamenti differiscono tra di loro in base alla possibilità di intervento dello strumento informatico, lasciando all’arbitro la facoltà decisionale più importante che si riscontra all’interno di una gara. In altre parole, l’arbitro resta il metro di giudizio più efficace nella valutazione della maggior parte dei fenomeni presenti all’interno di una competizione sportiva, mentre la Var può intervenire solo nel caso di errore netto da parte dell’arbitro o di situazione non valutata, o valutabile, correttamente da parte del direttore di gara. 

Sulla base di questo assunto, si distinguono più procedure relative al funzionamento dello stesso strumento: la Var e l’assistente arbitro designato alla valutazione con Var richiamano l’arbitro ad una decisione da rivedere, rivedendo le immagini video e spiegando all’arbitro che cosa è successo. Nel caso in cui la spiegazione sia inequivocabile, l’arbitro può cambiare la sua decisione senza il bisogno di consultare le immagini predisposte dalla Var, mentre, nel caso in cui la situazione sia dubbia e degna della valutazione del direttore di gara, questo stesso dovrà interrompere il gioco per permettere una valutazione delle immagini, al fine di ottenere una decisione sicura in merito. Chiaramente, in ogni caso, la decisione finale spetta sempre al direttore di gara.

Regole relative all’utilizzo della Var

In merito all’utilizzo e al funzionamento della Var, sono diverse le regole che sono state predisposte dalle diverse Federazioni sportive, tra cui la FIGC, una delle prime Federazioni a richiederne l’utilizzo, a seguito di un match in cui Juventus e Roma sono state al centro di polemiche di natura arbitrale da parte delle tifoserie delle rispettive squadre. Tra le regole relative all’utilizzo della Var, la più importante è quella che riguarda il richiamo allo strumento informatico che può avvenire soltanto da parte dell’arbitro designato alla valutazione delle immagini: in altre parole, né i giocatori in campo, né allenatori e staff tecnico possono richiedere l’utilizzo della Var. 

Nel caso in cui ciò avvenga con veemenza, l’arbitro è tenuto all’ammonizione del calciatore o del tecnico che ne ha richiesto la visualizzazione. Calciatori e staff tecnico sono tenuti a rispettare una distanza dall’arbitro, mentre questo stesso è impegnato alla valutazione delle immagini a bordo campo, mentre un protocollo arbitrale ritiene opportuno non richiamare l’arbitro alla valutazione delle immagini nel caso specifico di errori relativi a fuorigioco o di identità del giocatore, dal momento che si tratta di casi più semplicemente comunicabili al direttore di gara, che si tenta di non richiamare quanto più possibile allo strumento informatico, se non in casi di estrema necessità, per non interrompere il gioco in numerose occasioni.