Metal detector è un’espressione in lingua inglese che significa “rilevatore di metallo”, meno comunemente si usa il termine “cercametalli”.
Di primo acchito, tale locuzione rimanda agli strumenti che vengono utilizzati per scopi di sicurezza in luoghi pubblici come per esempio aeroporti, stazioni ferroviarie, edifici statali, tribunali, banche ecc. In questi casi l’obiettivo fondamentale è quello di rilevare la presenza di armi metalliche come per esempio pistole, pugnali ecc.
Detto ciò, è corretto precisare che la tecnologia dei metal detector è usata anche in ambienti del tutto diversi da quelli sopramenzionati. Ad ogni modo. lo scopo è quasi sempre quello di tutelare la salute e l’incolumità delle persone.
Un classico esempio è quello dei metal detector utilizzati nell’ambito dell’industria tessile e in quella dell’abbigliamento: nel primo caso i metal detector servono a rilevare la presenza di oggetti metallici che potrebbero danneggiare i costosi macchinari che lavorano i tessuti, mentre nel secondo caso per rilevare la presenza di aghi o spilli nei capi di vestiario.
Di notevole importanza, nell’ambito della tutela della salute dei consumatori, è anche l’utilizzo dei metal detector per industria alimentare che vengono impiegati per rilevare la presenza di contaminanti metallici all’interno degli alimenti o nel loro packaging.
Come possono i metalli contaminare i prodotti alimentari?
Potrà sembrare strano, ma la possibilità di contaminazioni metalliche nei prodotti alimentari non è poi così infrequente, tant’è che sono moltissime le aziende che si dotano di metal detector. La contaminazione può avvenire in una qualsiasi delle fasi della produzione: nel corso della lavorazione, durante il trasporto, nella fase di imballaggio ecc.
Parti metalliche che contaminano gli alimenti potrebbero provenire da un macchinario danneggiato, da un utensile utilizzato durante la lavorazione, dagli indumenti di un operatore, da un imballaggio difettoso e via discorrendo.
A prescindere dalla fonte di provenienza del metallo, la presenza di quest’ultimo nel prodotto o anche nella confezione potrebbe causare un danno più o meno rilevante per la salute del consumatore. A seconda della gravità del caso, ciò può avere ripercussioni sia di tipo legale, sia per quanto riguarda l’immagine aziendale.
Caratteristiche principali dei metal detector per l’industria alimentare
Un ottimo metal detector per industria alimentare deve essere innanzitutto in grado di rilevare anche una presenza minimale di parti metalliche negli alimenti o nelle loro confezioni.
Trattandosi di un macchinario che deve essere utilizzato in un settore così particolare com’è quello alimentare, è cruciale che esso sia progettato in modo tale da essere perfettamente operativo in ambienti “ostili” ovvero caratterizzati da temperature bassissime o al contrario molto elevate oppure con tassi di umidità notevoli.
Deve altresì essere resistente ai necessari processi di sanificazione che vengono effettuati nell’ambito dell’industria alimentare.
È importante anche che il rilevatore sia dotato di un sistema che scarta in modo automatico il prodotto contaminato e/o attiva un alert quando viene rilevata la presenza di un corpo estraneo metallico.
Il metal detector deve anche essere conforme ai requisiti imposti dalle varie normative quali HACCP (Hazard Analysis & Critical Control Points), BRC (British Retail Consortium, il consorzio della Grande Distribuzione Organizzata Britannica), IFS (International Food Standard) ecc.
Altri punti fondamentali sono la facilità di utilizzo (interfacci user friendly) e di manutenzione (ciò limita le interruzioni nella catena di produzione).
Altri punti fondamentali sono la facilità di utilizzo (interfaccia user friendly) e di manutenzione (ciò
limita le interruzioni nella catena di produzione).