Violazione del consenso informato: come ottenere il risarcimento

Quando c’è in gioco la propria salute c’è poco da scherzare: sempre più spesso si hanno notizie legate alla malasanità e soprattutto in questi casi è necessario far valere i propri diritti in merito al risarcimento danni oltre che all’ammissione delle colpe da parte di coloro che hanno commesso un errore.

Spesso inoltre, molte persone che hanno subito un danno legato all’incuria da parte di medici o infermieri, lamentano del fatto che non hanno ricevuto né firmato il modulo inerente il consenso informato, legato per l’appunto ad eventuali lesioni che un farmaco o un intervento spesso comportano.

A questo punto in molti si chiedono se di fronte ad una situazione del genere, si può avanzare richiesta di risarcimento danni.

Dal momento che la domanda di rimborso prevede un iter abbastanza lungo e delicato sarebbe preferibile affidarsi ad un legale esperto come l’avvocato Marco Boero il quale non solo saprà assistervi grazie alla sua comprovata esperienza sul campo, ma avvalendosi di un team di esperti attivo in tutta Italia, sarà pronto a supportarvi in qualsiasi momento.

 

Violazione del diritto all’autodeterminazione

Una volta quindi che l’avvocato avrà appurato che ci si trova in presenza di violazione dell’obbligo di informazione, procederà alla richiesta di un indennizzo nel caso in cui i danni:

  • derivano dal mancato esercizio del diritto all’autodeterminazione di un paziente;
  • causano la violazione del diritto all’integrità psicofisica del paziente sottoposto ad operazione chirurgica (diritto tutelato dall’art. 32 Cost.).

Nel primo caso è possibile ottenere un risarcimento anche se non si è verificato un danno fisico, in quanto è stato violato il diritto di autodeterminazione.

Le cose cambiano quando, nonostante l’intervento e le cure siano state ben eseguite, il paziente non ha ricevuto nessuna informazione precedente gli interventi effettuati.

In questo caso si presuppone che il paziente avrebbe potuto rifiutare quell’intervento se fosse stato informato, ecco perché è necessario un processo per stabilire la realtà dei fatti e l’eventuale indennizzo.

Bisogna però sottolineare che l’onere probatorio spetta al paziente e può essere compiuto anche tramite ipotesi.

Le ragioni processuali in base alle quali quest’onere spetta al paziente riguardano il fatto che:

  • la prova del legame tra il non aver firmato il consenso e il relativo danno accorso spetta a coloro che richiedono il risarcimento,
  • ciò che bisogna provare è il rifiuto nei confronti di quell’intervento,
  • capire quale sarebbe stata la scelta del paziente,
  • è necessario analizzare la scelta del paziente con la valutazione effettuata dal medico inerente i rischi di quell’intervento.

Le lesioni causate dalla violazione del consenso informato che implicano una colpa da parte del personale sanitario è solo uno dei problemi causati dall’incuria da parte dei medici.

Ecco perché soprattutto nel caso in cui, la struttura sanitaria dopo opportuna segnalazione da parte del paziente taccia circa l’accaduto, dovrà risponderne in prima persona attraverso vie legali.

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